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Cos'è il diabete mellito?
Il
diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall'aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Responsabile di questa condizione è un difetto nella produzione o nella funzionalità dell'
insulina, un ormone secreto a livello del pancreas e indispensabile per il metabolismo degli zuccheri. Tutti gli zuccheri semplici e complessi (amidi), che vengono assunti con l'alimentazione, sono trasformati nel corso della digestione in glucosio, il quale rappresenta la principale fonte di energia per i muscoli e gli organi.
Affinché il glucosio possa fare il suo ingresso nelle cellule ed essere utilizzato come "carburante" è necessaria la presenza dell'insulina, prodotta da particolari cellule del pancreas (cellule beta) riunite in gruppi chiamati "Isole di Langherans". Quando l'insulina è prodotta in quantità non sufficiente dal pancreas oppure le cellule dell'organismo non rispondono alla sua presenza, i livelli di glucosio nel sangue tendono ad innalzarsi favorendo la comparsa del diabete.
Come si fa diagnosi di diabete?
La
concentrazione di glucosio nel sangue si misura con la glicemia..
In soggetti sani, che hanno una vita regolare e un'alimentazione corretta, generalmente nell'arco della giornata i valori della glicemia si mantengono tra i
60 e i 130 mg/dl.
A digiuno, nelle persone normali, i valori glicemici possono variare dai
70 ai 110 mg/dl; tra
110 e 125 mg/dl si tratta di condizione di alterata glicemia a digiuno (IFG), una condizione che dovrebbe invitare il paziente a porre maggior attenzione al suo stile di vita e in particolare alla sua alimentazione.
Valori di
glicemia uguali o superiori a 126 mg/dl
sono da considerarsi sintomi di diabete.
La diagnosi di Diabete è certa con un valore di glicemia di 200 mg/dl, rilevato in qualunque momento della giornata o due ore dopo un carico di glucosio.
Valori di glicemia compresi fra 140 a 200 mg/dl dopo un carico di glucosio definiscono, invece, la ridotta tolleranza al glucosio (IGT). IFG ed IGT possono evolvere nel tempo verso un Diabete conclamato.
Quanti tipi di diabete mellito esistono?
Attualmente si distinguono tre diverse forme di diabete:
1) il diabete di tipo 1: un tempo chiamato diabete insulino-dipendente o
diabete giovanile, riguarda il 10% dei casi di diabete e si sviluppa prevalentemente a partire dall'infanzia e dall'adolescenza. Nel diabete di tipo 1, la produzione di insulina da parte del pancreas viene soppressa o fortemente ridotta a causa della distruzione delle cellule beta da parte del sistema immunitario.
Le cause di questa malattia sono ancora sconosciute ma, attualmente, il diabete di tipo 1 è classificato come una "
malattia autoimmune", cioè legata a una reazione del sistema immunitario contro l'organismo stesso, scatenata da una concomitanza di fattori genetici e ambientali.
2) il diabete di tipo 2: rappresenta la forma di diabete più comune e interessa il 90% dei casi. Prevalentemente, si sviluppa a partire dai 40 anni di età e colpisce principalmente i soggetti obesi o sovrappeso. Nel diabete di tipo 2, il pancreas è in grado di produrre insulina (seppur in maniera ridotta) ma le cellule dell'organismo non riescono a utilizzarla in modo efficiente: ciò comporta un aumento dei livelli di glucosio nel sangue. In genere, la presenza di diabete di tipo 2 può non essere rilevata per molti anni, in quanto l'iperglicemia si sviluppa gradualmente e non comporta sintomi particolarmente evidenti come quelli del diabete di tipo 1.
3) il diabete gestazionale: per diabete gestazionale si intende un aumento dei livelli di glucosio che si manifesta o viene rilevato per la prima volta nel periodo della gravidanza. Questa condizione si verifica nel
4% nelle donne in stato interessante. Generalmente, il diabete gestazionale tende a scomparire al termine della gravidanza, tuttavia, le donne che ne hanno sofferto presentano un rischio più elevato di sviluppare diabete di tipo 2 in età avanzata.
Quali sono i sintomi di diabete?
Alcuni dei suoi
sintomi sono le urine abbondanti e frequenti anche nelle ore notturne, sete e fame eccessiva, sensazione di stanchezza, perdita di peso improvvisa ed immotivata, visione offuscata e lenta guarigione delle ferite.
Quali sono le cause del diabete?
Le cause alla base dell'insorgenza della malattia vanno generalmente ricercate in
fattori ereditari ed ambientali. Attraverso studi approfonditi si è evidenziato che esiste un fattore di trasmissione ereditario, non ancora ben chiarito, che espone alcune popolazioni o addirittura alcune famiglie a tale patologia.
Alla ereditarietà si affiancano aspetti caratteristici della persona quali
l'obesità: le cellule hanno bisogno di zucchero per vivere, tanto maggiore è il numero di cellule da alimentare tanto maggiore sarà il fabbisogno di insulina.
Nelle persone obese, quindi, l'insulina viene prodotta ma non in quantità sufficiente.
La
vita sedentaria, lo
stress e
alcune malattie ricadono nell'elenco dei fattori ambientali scatenanti. Esse impongono al pancreas un lavoro aggiuntivo poiché aumentano il fabbisogno di glucosio e quindi di insulina. Qualora il pancreas fosse indebolito da una predisposizione ereditaria al diabete, queste cause accelerano l'insorgenza del disturbo. Anche
l'età gioca il suo ruolo: l'invecchiamento dell'organismo si riflette sulla funzionalità di tutti gli organi, non ultimo il pancreas che, invecchiando, non è più in grado di rispondere prontamente alla richiesta di insulina ricevuta.
Non bisogna sottovalutare alcuni
fattori di rischio che rendono alcune persone più predisposte di altre a sviluppare il diabete di tipo 2.
I principali fattori di rischio sono:
- Obesità (BMI maggiore o uguale a 30 kg/m2 per il DM2)
- Inattività fisica.
- Ipertensione (PAS maggiore o uguale a 140 mmHg e\o PAD maggiore o uguale a 90mmHg)
- Colesterolo HDL (minore o uguale a 35 mg/dl)
- Trigliceridi (maggiori o uguali a 250 mg/dl)
La persona affetta da diabete di tipo 2 è quindi generalmente una persona della seconda o terza età, con un peso superiore a quello ideale, spesso con parenti di primo grado diabetici. I
sintomi non sono generalmente evidenti come nel diabete mellito tipo 1, vengono facilmente ignorati e la scoperta del diabete può avvenire in modo del tutto casuale, ad esempio durante un check-up.
La diagnosi di questa forma di diabete, pertanto, può essere anche molto tardiva (mesi o anni) e, per questo motivo, è facile riscontrare al momento della diagnosi la presenza di
complicanze in stato avanzato.
L'alimentazione nel diabete mellito.
Un'alimentazione ben bilanciata rappresenta la cura essenziale del diabete.
Seguire una dieta controllata e sana serve soprattutto a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue, mediante un corretto apporto alimentare di tutti i nutrienti necessari alla salute dell'organismo. Raggiungere e mantenere il
peso ideale con una dieta appropriata è spesso sufficiente per ottenere un buon controllo del diabete stesso.
La dieta ideale per il diabete non è affatto complessa o restrittiva. La persona con diabete necessita infatti di un apporto calorico giornaliero uguale a quello del soggetto non diabetico, in rapporto a fattori come costituzione fisica, sesso, età, statura e attività lavorativa, avendo come obiettivo il raggiungimento ed il mantenimento del peso corporeo ideale.
Nella dieta quotidiana, deve essere attentamente valutata l'
assunzione degli zuccheri semplici ad assorbimento rapido (
glucosio e saccarosio) dando la preferenza agli zuccheri complessi ad assorbimento lento (amido).
La quota complessiva giornaliera di
carboidrati non dovrà superare il 50-55% delle calorie totali, purché almeno l'80% di essa sia costituita da amido ed il restante 20% da zuccheri non insulinodipendenti e fibre.
Le
fibre vanno assunte in quantità elevate, soprattutto quelle idrosolubili, in grado di rallentare l'assorbimento intestinale dei carboidrati e del colesterolo.
Le
proteine devono costituire circa il 15%-20% delle calorie totali ed almeno un terzo deve essere formato da proteine animali, ricche di aminoacidi essenziali.
Le rimanenti calorie (25%-30%) devono essere fornite da
grassi, possibilmente di
origine vegetale, ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi, utili nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Anche l'apporto di
vitamine e sali minerali deve essere adeguato.
Perché è importante l'esercizio fisico?
L'esercizio fisico è particolarmente utile nel soggetto diabetico perché induce
modifiche positive del metabolismo, del sistema cardiocircolatorio, delle funzioni ormonali e del sistema nervoso. Può inoltre contribuire a
mantenere bassi i valori della glicemia determinando un miglior utilizzo del glucosio e abbassando i livelli di grassi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue.
Pertanto, un'attività fisica di lieve o moderata intensità è sempre consigliabile nei soggetti diabetici, previa visita medica che verifichi lo stato delle eventuali complicanze.
Nel caso di adesione a discipline che richiedono un intenso e prolungato sforzo fisico, ad esempio, è necessaria una condizione fisica ottimale e una costante e accurata vigilanza da parte del medico.
A cosa serve l'autocontrollo della glicemia?
Uno degli obiettivi principali nella gestione del diabete, è quello di mantenere la glicemia il più possibile all'interno dell'intervallo di normalità
nell'arco dell'intera giornata. Per raggiungere questo fondamentale obiettivo, è necessario eseguire controlli domiciliari dei livelli di glucosio nel sangue, attraverso una serie di
operazioni quotidiane che vanno sotto il nome di autocontrollo.
L'autocontrollo della glicemia è una pratica che fornisce, tanto al paziente quanto alla sua famiglia, gli strumenti adatti per:
−
conseguire un adeguato compenso metabolico
− prevenire o rallentare l'insorgenza delle complicanze acute (chetoacidosi e ipoglicemia)
− prevenire o rallentare l'insorgenza delle complicanze croniche (retinopatia, nefropatia, micro e macro
-angiopatia
Tutto ciò, nella pratica, si traduce in una
migliore conoscenza della propria malattia, allo scopo di mantenere un'elevata qualità di vita riducendo al contempo i costi che comporta la gestione del diabete.
Come si esegue l'autocontrollo della glicemia?
La misurazione dei livelli di glucosio avviene con l'ausilio di piccoli apparecchi elettronici, i
glucometri, che analizzano in breve tempo i valori glicemici su di un piccolo campione di sangue.
In pratica, si preleva una piccola goccia di sangue da un polpastrello effettuando una piccola puntura con appositi pungidito; dopodiché la goccia di sangue viene posta sulla striscia reattiva (o sul sensore) del glucometro che, in pochi secondi, riporterà il valore della glicemia sul monitor.
I glucometri attualmente presenti in commercio, sono in grado di memorizzare i dati ed essere collegati al computer o al telefonino per elaborare statistiche sull'andamento dei valori di glucosio nel sangue nell'arco della giornata, analizzarne la variabilità nel tempo e permettere un miglior controllo della glicemia pre e post prandiale.
Allo stesso tempo,
i glucometri di ultima generazione possono "comunicare" via wireless con i microinfusori per insulina, permettendo un'analisi accurata del valore glicemico in base all'insulina eventualmente infusa.
Quali sono le complicanze del diabete?
Il diabete può determinare complicanze acute o croniche.
Le complicanze acute sono più frequenti nel
diabete tipo 1 e sono dovute alla carenza o assenza di
insulina.
Nel
diabete tipo 2, invece, sono più rare, ma sono molto frequenti le complicanze croniche che possono interessare diversi organi e tessuti come
occhi, reni, cuore, vasi sanguigni e nervi periferici.
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